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CAMPOSPORT

Estate 1983

 

Comincia un’avventura cui seguiranno una tradizione e un successo strepitosi. La Polisportiva San Mamolo, già allora fucina di idee e progetti del tutto nuovi, inventa il Camposport. La ricetta è semplice ed azzeccata, tanto che negli anni a venire tutte le società sportive del panorama bolognese seguiranno l’esempio della San Mamolo. Le famiglie affidano i loro bambini nelle mani degli istruttori, che li portano fra le montagne dell’Appennino, facendo vivere loro settimane fantastiche di puro divertimento. Negli anni il numero dei partecipanti aumenta vertiginosamente, il successo dell’iniziativa comporta l’organizzazione di più turni settimanali per poter soddisfare le richieste delle famiglie. L’attenzione ai bisogni dei bambini è sempre al primo posto, e per questo ci si rende conto che allo sport si può dare un valore aggiunto. Prima artefice di questa trasformazione è Marisa, che lavorando fianco a fianco con Romano, rompe le righe del Camposport tradizionale fondendo insieme sport e spettacolo. I numeri continuano ad aumentare, e si arrivano a toccare soglie di oltre trecento partecipanti all’anno. Molti di coloro che hanno partecipato come bambini al Camp, diventano poi Istruttori, al punto che ancora oggi la quasi totalità di questi ha partecipato durante la sua infanzia adalmeno un Camp. La storia non si ferma. Con il coinvolgimento del mondo della danza, decine e decine di giovanissime ballerine – e ballerini, non dimentichiamolo – approdano al Camp. Per mostrare anche i loro progressi, alla fine della settimana viene realizzato uno spettacolo che permetta loro di esibirsi davanti ai genitori. Si introduce così anche la recitazione, che accompagna i balletti e mette alla prova la capacità dei ragazzi di stare su un palcoscenico. I risultato finale è quello di una rappresentazione teatrale completamente messa in scena dai partecipanti al Camp in una sola settimana, con tanto di scenografie, costumi, musiche e anche qualche “effetto speciale”. Ma nemmeno questo è sufficiente. Ogni anno viene scelto un “tema”, che accompagna la vita dei partecipanti nei giochi quotidiani, dalladivisione delle squadre fino all‘intrattenimento serale. Ci si rende presto conto che i più piccoli partecipanti del camp – i bambini delle elementari – hanno tanta, tanta voglia di sognare. Così nasce la“Storia”, una racconto che viene narrato ai bambini, ogni sera, prima di andare a letto. Gli stessi istruttori diventano protagonisti dell’avventura. Ognuno recita una parte: chi fa l’eroe, e chi il cattivo, chi il saggio, e chi il pazzo. In un gioco fra finzione e realtà i bambini vivono in prima persona un’avventura che ai loro occhi non può che risultare leggendaria. In 31 anni di attività il Camp della Polisportiva San Mamolo ha dimostrato di sapersi continuamente innovare. Ancora oggi rimane l’unico Campo sport ad offrire una vacanza a misura di bambino, dal momento della sveglia a quello della buonanotte.  E’ rimasto costante: riportarli a casa con il cuore più ricco, pieni di ricordi dopo una settimana di magico divertimento, ed educati ai valori fondamentali dello stare insieme. Valori che rimangono, per noi del San Mamolo, le fondamenta di qualsiasi attività svolta con e per i ragazzi.

 

Che cos’è il Camp

“Il camp è magia”. Usava dire così Marisa, “mamma” del San Mamolo e grande educatrice recentemente scomparsa. Non esiste un termine più appropriato per spiegare di che cosa si tratti. Un’esperienza che sirinnova instancabilmente ogni anno, a cavallo fra sport e spettacolo, danza e intrattenimento, giochi e natura. Una vacanza unica, un vestito tagliato su misura per ogni partecipante, perché la vera forza deinumeri nasce dall’attenzione verso il singolo. Il Camp è la passione messa dagli istruttori in ogni attività della giornata, ed è anche il pianto dei ragazzi e delle ragazze che, alla fine della settimana, nonvorrebbero tornare a casa. Il Camp è l’occasione per stringere nuove amicizie e riallacciarne divecchie. Dopotutto, il San Mamolo è da sempre Palestra di Amicizia. Il Camp è anche l’istante in cui sogni e realtà coincidono agli occhi di un bambino. I momenti perché questo accada  non mancano: dal “tema” che viene scelto ogni anno e che accompagna i ragazzi durante tutta la settimana, alla “storia” raccontata ogni sera ai più piccoli, allo spettacolo finale realizzato interamente da loro. Oggi è fondamentale che i ragazzi possano sognare e volare con la fantasia. Se siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, hanno tutto il diritto di vivere a pieno un’avventura unica e irripetibile. Il Camp è momento di maturazione, di crescita individuale e collettiva. Si impara a rispettare se stessi e gli altri, ad accettare le diversità ed a valorizzarle. In una settimana lo sport viene utilizzato per spronare iragazzi a migliorarsi e a coltivare le proprie passioni. La competizione diventa lo strumento con il quale tirare fuori il meglio – non il peggio– di sé. Il Camp è la montagna di giochi ed attività che riempiono la giornata di ragazzi e ragazze, convogliano le loro energie e li lasciano addormentati, felici (ed esausti) alla fine giornata. Ma il Camp è anche molto altro. Se siete arrivati a leggere fin qui, probabilmente penserete che siamo impazziti, o quantomeno che stiamo esagerando. Che cos’è il Camp? L’unico modo per capirlo è viverlo di persona. Ma se avete più di 14 anni [se siete ormai “fuori quota”] portateci i vostri figli, perché possano testimoniarvi quello che noi vi stiamo solo raccontando. Se lo scriviamo è perché crediamo fermamente in quello che facciamo. Verificatelo di persona.

 

Vidiciatico '22 e '23
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